La Loggia Arnaldo risulta presente già nel 1863.
In data 3 marzo 1863 il ministro degli Interni Spaventa chiese al prefetto di Brescia precise notizie intorno alla esistenza ed in caso affermativo intorno agli aderenti, ai loro legami e relazioni con l’estero, di logge massoniche. La risposta fu negativa, ma a distanza di soli pochi mesi il prefetto dovette ricredersi e prendere atto dell’esistenza in Brescia addirittura di due logge massoniche, l’una denominata ‘Cenomana’, di sentimenti moderati, con a capo il conte Enrico Martini di Crema, la seconda denominata ‘Arnaldo’, di orientamento più avanzato (‘di sentimenti spinti’ – scrisse il prefetto al ministro dell’Interno) con a capo l’avv. Luigi Botturelli, direttore del giornale ‘La Sentinella Bresciana’ “. La documentazione del rapporto prefettizio è contenuta in una lettera del prefetto al Ministero dell’Interno datata 4 aprile 1863, depositata all’Archivio di Stato a Brescia ( A.S.B. Questura, b. 14).
La Loggia Arnaldo risultava molto presente nel mondo politico bresciano. Grazie al Botturelli essa era in grado di controllare un periodico di notevole autorità.
Di Rito scozzese antico accettato, la Regia Loggia Arnaldo nasce nell’ottobre del 1863 e tra i suoi fondatori annovera il dottor Francesco Feliciangeli (Sovrano Principe del Real Segreto), emigrato romano residente a Torino, ex ufficiale garibaldino giunto a Brescia agli inizi dell’ottobre 1863 e fattosi subito notare per le strette relazioni intrattenute con ‘i più ardenti del partito estremo’; Erminio Pescatori (Sovrano Principe Rosa Croce), marito di una signora possidente, la signora Biagini, direttrice di una compagnia comico-drammatica; il letterato Giovanni Fontebasso, apprendista teatrale e autore drammatico; il veronese Francesco Fermignani, giudicato ‘abile mestatore che qui presta servizi ai liberali, là agli Austriaci’, ‘parolaio ambulante’, ‘sollecitatore’, ‘un presta servizi, che sa trar guadagno da tutto al proprio vantaggio’; Luigi Marchetti, uomo che ‘ all’aspetto fiero e concentrato si appalesa per individuo inclinato alla cospirazione’; infine il cav. Antonio Legnazzi, il dottor Luigi Alemanni, Luigi Zavarise, l’avv. Alessandro Legnazzi, Alessandro Tommasi, tutti veneti. [i]
Nell’informativa al Ministero degli Interni del 21 ottobre 1863 il prefetto di Brescia sostiene che la principale occupazione della Loggia fosse quella di prestare soccorso ed aiuto alle famiglie bisognose ed in occasione di pubbliche calamità ed esclude un collegamento con le altre logge nazionali, se non in casi sporadici, esclusivamente quando si tratta di raccomandare un confratello in viaggio, per assicurargli l’assistenza in caso di bisogno.
I carabinieri in una relazione del 6 febbraio 1864 la consideravano di sentimenti spinti.[ii]
Tra i venerabili che dirigono in varie epoche la loggia troviamo Giovanni Plebani e il dottor Tullio Bonizzardi, fondatore della Croce Bianca (ai cui funerali, il 4 aprile 1908, è presente Giuseppe Zanardelli).
La vita della Loggia Arnaldo appare sin dall’inizio travagliata a causa della difficile convivenza, al suo interno, di appartenenti ai due orientamenti, l’uno più moderato e l’altro più radicale, che agitavano il mondo politico e sociale, laico e repubblicano.
La prima sede della Arnaldo, all’atto della sua costituzione nel 1863, è al Mercato del Grano e tuttavia, nel 1875, il prefetto[iii] viene a sapere da un confidente della polizia, già socio della Loggia Arnaldo, della presunta esistenza della stessa sin dal 1861. Secondo tale ‘confidenza’ la loggia, che aveva sede nel Mercato del Grano e contava allora più di 300 soci, si era poi sciolta nel ’62 per ricostituirsi nel 1864, con sede nella casa del liberale Klobus (esistente agli inizi dell’attuale galleria sottopassante il colle Cidneo, prima che fosse parzialmente abbattuta per far posto a questa), con una spesa di “una somma enorme nell’impianto della sala della chiesa”, stando quantomeno al rendiconto presentato da Gio. Antonio Gerardi, esponente della Sinistra, noto negoziante di mobili e appartenente alla Loggia. La loggia, stando all’informativa del 1875 del prefetto, si sarebbe sciolta di nuovo nel 1866, quando aveva solamente 13 o 14 aderenti.
Della sua attività si trova tuttavia testimonianza in vari documenti degli anni successivi. Secondo un’informativa del prefetto di Brescia al Ministero dell’Interno del 17 giugno 1868[iv], vengono indicati come membri effettivi e fondatori della R:.L:. Arnaldo Di Rito Scozzese Antico ed Accettato, all’O:.R:.di Brescia, l’avvocato Andrea Grana, “liberale piuttosto avanzato” (presidente), il dottor Tullio Bonizzardi, il dottor Eugenio Klobus e l’avvocato Antonio Legnazzi (questi due definiti liberali piuttosto avanzati) e i liberali moderati dottor Leopoldo Dionisi, avvocato Carlo Capra, Giovan Battista Formentini, Gio.Antonio Gerardi, Gaetano Foscarini, Antonio Boschetti, il dottor Gregorio Braccio e l’avvocato Alessandro Legnazzi.
Nelle carte del fratello di Giuseppe Zanardelli, ingegner Ferdinando, viene conservata una ricevuta, su bollettino di versamento intestato alla Loggia Arnaldo, per la tassa di iscrizione di Cesare Zanardelli a “tutto agosto” firmata dal tesoriere della loggia Tosoni e datata 1890.
Dai documenti del Grande Oriente d’Italia risulta che nel 1891, l’11 di marzo, con un decreto dell’allora Gran Maestro Lemmi, la Loggia Arnaldo veniva ricostituita. Della presenza attiva della Loggia Arnaldo nel 1892 è data testimonianza in una lettera inviata da Tullio Bonizzardi, a nome della loggia, al “F.F. Zanardelli” per la riuscita della candidatura Comini nel collegio di Salò nelle elezioni di quell’anno.[v]
Le notizie di chiusura e di ricostituzione della Loggia Arnaldo, che si susseguono a pochi anni di distanza le une dalle altre, fanno pensare ad un travaglio intenso dei massoni bresciani, probabilmente legato intimamente alle mutevoli sorti dei rapporti tra i liberali moderati e progressisti e tra questi ultimi e i repubblicani, i radicali ed, infine, i socialisti. Essendo molti i liberali progressisti e zanardelliani attivamente presenti nella Arnaldo non è difficile pensare che l’eco delle accese polemiche e delle divisioni politiche si sia fatto sentire anche nell’attività massonica, determinando più volte l’aumentare o lo scemare delle adesioni e, di conseguenza, la demolizione e la ricostituzione della loggia. Interessante comunque il fatto che ad ogni ripresa dell’attività venga conservato il nome precedente, indice di una continuità che trova esponenza esterna nella tenacia con la quale il blocco di potere zanardelliano resiste alle progressive difficoltà a cui viene sottoposto dall’alleanza dei moderati con i cattolici e dalle difficili coalizioni con le componenti repubblicana e radicale.
La loggia risulta ancora attiva nell’annuario del Grande Oriente d’Italia nel 1909, quindi dopo la scissione di Piazza del Gesù, quando la carica di Maestro Venerabile è ricoperta da Antonio Carella e nel 1914, quando il Venerabile è Giovanni Plebani. [vi]
[i]Notizie tratte da lettera del Prefetto al Ministero dell’Interno, 21 ottobre 1863 e lettera di risposta del Ministero del 6 febbraio 1864, in Archivio di Stato di Brescia, b.14 – citata in Chiarini., Politica e società nella Brescia Zanardelliana, pag.123, nota 14 –
[ii]Storia di Brescia
[iii]Lettera dell’Ispettore di P.S. di Brescia al Prefetto, 24 luglio 1875 – Archivio di Stato di Brescia, Questura, b.14 – Fotocopia in Archivio Fondazione Luigi Micheletti – Brescia –
[iv]Archivio di Stato di Brescia, Questura, b.14 – Fotocopia in Archivio Fondazione Luigi Micheletti – Brescia –
[v]Lettera di Bonizzardi a Zanardelli – 1892 – in Fondo Zanardelli, Archivio di Stato di Brescia, b. 61 –
[vi]Informativa del prefetto dell’8 febbraio 1864 – fotocopia dell’originale in Fondazione Luigi Micheletti – Brescia –